Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

mercoledì 5 maggio 2010

1° maggio: un anniversario per le pari opportunità

Da tempo siamo abituati a considerare il primo maggio semplicemente come la più grande festa laica che affonda le sue radici nell’art. 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro“. Il diritto al lavoro in particolare, in quanto diritto individuale a garanzia di una vita dignitosa, è un tema che da sempre infervora la società civile ed il mondo politico.

Tuttavia, pur sempre di politica parlando, il primo maggio può anche essere ricordato come il giorno della nascita di Salvatore Morelli, “il patriota pugliese” considerato un antesignano della affermazione e valorizzazione del ruolo culturale, pedagogico e politico della donna.

Il primato pertanto riconosciuto al presidente Vendola per la formazione di un esecutivo regionale per meta’ costituito da donne, resta nel solco tracciato proprio da Morelli.
Avvocato, per oltre 10 anni incarcerato da antiborbonco, consigliere comunale a Napoli, (per un voto non passo’ la proposta di destinare meta’ Bilancio per l’educazione ed il sostegno ai giovani), divenne parlamentare dal 1867 al 1880.Fu il primo in Europa a presentare disegni di legge per il voto alle donne, il divorzio, la parità dei sessi e dei figli naturali con i legittimi, l’accertabilita’ della paternita’, la difesa delle prostitute, la cremazione, la riduzione delle “Guarentigie”, la scuola laica.Resta al riguardo sempre attuale uno dei suoi testi, “La donna e la scienza“, edizioni Pensa.
Stuart Mill, in contatto con Morelli, si ispiro’ al suo schema di legge per la legge sul suffragio femminile che presento’ a Londra.

Di Morelli la legge che riconobbe alle donne la facolta’ di essere testimoni nelle cause, mentre fu solo approvata “la presa in considerazione” del progetto di divorzio, proprio l’8 marzo 1880.

Di integerrima moralita’ (al tempo i parlamentari non percepivano alcuna retribuzione), fu persona di eccezionale generosita’. Da carcerato, nelle galere borboniche, rifiuto’ sempre la domanda di grazia, che pero’ gli sarebbe spettata per aver salvato dall’annegamento due bambini, ma che preferi’ passare ad altro condannato, anziano e con famiglia.

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