Un pubblico attento e
numeroso ha seguito la conferenza stampa aperta organizzata dai
circoli cittadini Città Domani – Sinistra per Siena, Peppino
Impastato dell’IDV e Viro Avanzati di Rifondazione Comunista per
presentare la proposta di una profonda revisione dello statuto della
Fondazione MPS, da mettere in atto subito per cambiare radicalmente
il modo di operare di un ente che ha sperperato un immenso patrimonio
della Città.
In sintesi le proposte
prevedono: obbligo di gestire direttamente il proprio patrimonio, che
è funzione caratteristica non delegabile; poteri di nomina della
Deputazione Generale che tornino nelle mani degli organi elettivi
(comune, provincia, regione) e non più di sindaco e presidenti;
riduzione del numero dei componenti la Deputazione amministratrice;
poteri di revoca da parte degli organi nominanti; bandi pubblici per
la formazione di elenchi di candidati e voto limitato per evitare
inciuci; ineleggibilità di coloro che sono stati amministratori o
dirigenti di comune, provincia, regione e società partecipate nei
cinque anni precedenti la nomina; divieto per gli amministratori
della Fondazione di assumere incarichi nelle società partecipate
dalla stessa; compensi dei membri della Deputazione Amministratrice
equiparati a quelli del Sindaco e degli Assessori del Comune di
Siena, e per la deputazione generale limitati ad una gettone di
presenza di 300 euro mensili (contro gli attuali 2.000); spese di
funzionamento generale della Fondazione non eccedenti una quota
prestabilita dal bilancio.
Infine, dato il
carattere di soggetto rappresentante un’intera comunità, è stata
affermata la necessità che tutti gli atti della Fondazione siano
pubblici ed improntati alla massima trasparenza.
Con questa proposta i
circoli intendono stanare le forze che ancora resistono al
cambiamento e costringerle ad un confronto di merito, senza tante
manfrine come quelle di chi parla di revisione dello statuto avendo
in mente solo provvedimenti di facciata.
Nel corso della serata è
stato inoltre ripresa la proposta, già presentata all’assemblea
dell’associazione degli Azionisti per il Buongoverno MPS, di una
revisione della struttura della banca che consenta di salvare il
salvabile, mettendo al riparo il cuore essenziale del Monte dei
Paschi dalla rapina che sta tentando di sottrarlo alla città. La
proposta prevede sostanzialmente di dividere in due la banca,
conservandone per un terzo la parte operante nei territori
dell’Italia centrale con un controllo reale in testa alla
Fondazione ed quindi alla comunità senese e lasciando al processo di
normalizzazione voluto dai neoliberisti e dal governo quei due terzi
che operano nel resto del paese.
Anche questa è una
proposta verso la quale non ci si può girare dall’altra parte: chi
ha avuto tanta parte nel disastro che è stato combinato, cerchi di
mettere la testa al lavoro per ridurre al minimo i danni.
A conclusione
dell’assemblea i circoli si sono presi l’impegno a promuovere una
petizione popolare ed iniziative in tutte le sedi per avviare
un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori
della Banca e della Deputazione Amministratrice della Fondazione
affinché siano chiamati a rispondere legalmente ed in solido dei
danni procurati alle istituzioni da loro amministrate ed alla
comunità senese.
Siena, 13 ottobre 2012
Fondazione
Monte dei Paschi
“Il
virtuoso Sistema Siena si è involuto in un gorgo di clientelismo
provinciale che ha inghiottito tutto, dall'Università alla Banca,
dal Santa Maria della Scala al Comune e che minaccia ogni altra
istituzione distruggendo ogni prospettiva. L'enorme quantità di
quattrini che il Monte dei Paschi faceva piovere sui buoni e sui
cattivi ha portato ad una degenerazione in cui non contano più la
qualità dei progetti e delle persone, ma l'affiliazione e la
spartizione”.
E'
da questa accertata premessa che il Circolo Città Domani –
Sinistra per Siena, il Circolo Peppino Impastato dell'Italia dei
Valori e il Circolo Viro Avanzati del Partito della Rifondazione
Comunista intendono partire per sottolineare il carattere
politicamente corruttivo di alcune norme dell'attuale Statuto della
Fondazione e per chiedere alla società civile senese e agli organi
competenti per la sua revisione uno straordinario e immediato impegno
capace di imporre una svolta e una riscossa civile.
La
Fondazione ha mancato clamorosamente gli obiettivi minimi stabiliti
dagli articoli 3, 4, e 5 del proprio statuto contravvenendo in
particolare il principio essenziale della salvaguardia della
consistenza del suo patrimonio e la sua valorizzazione a causa
soprattutto dell’assoluta mancanza di autonomia e della
subordinazione al sistema di potere che l'hanno spinta ad avallare
scelte maturate al suo esterno e sulle cui conseguenze, nella maggior
parte dei casi, non esisteva la benché minima consapevolezza.
Questa
drammatica situazione si è verificata in quanto l'organo di
indirizzo e l'organo di amministrazione della Fondazione sono stati
concepiti fin dall'inizio come strumenti finalizzati alla mera
gestione delle risorse e all'erogazione degli utili che la banca
avrebbe ineluttabilmente realizzato, producendo un'attenzione
pressoché esclusiva ad una distribuzione che non scontentasse
nessuno, alimentando un sistema di clientele e un sottobosco di
potere che nulla avevano a che vedere con le finalità perseguite
dall'attuale statuto.
La
Fondazione stessa è diventata un organo autoreferenziale ben poco
attenta al suo ruolo di azionista di riferimento del Monte dei Paschi
e priva di capacità di selezionare le politiche che avrebbe dovuto
esprimere. In molti campi la sua struttura, già eccessiva, ha
prodotto una molteplicità di centri di spesa (società controllate e
partecipate, incarichi di consulenza) generando costi assolutamente
insostenibili.
Per
produrre una nuova etica dell'amministrazione del bene comune che la
Fondazione rappresenta servono immediati interventi:
A)
Gestione del patrimonio della Fondazione.
Eliminare
radicalmente ogni possibilità di far ricorso a soggetti ed entità
esterne: la gestione del patrimonio è funzione caratteristica che va
svolta con risorse proprie ed all'interno della propria struttura
operativa responsabile dei risultati.
B)
Senesità
La
Banca deve tornare alle origini, in altre parole esercitare la
funzione di Banca del Territorio che fa credito alle imprese e le
aiuta nei loro investimenti, che sostiene le iniziative produttive
nell'agricoltura e nell'ambiente, che valorizza la cultura e l'arte
di cui è ricca la nostra terra contribuendo per questa via a creare
occupazione e certezza per le future generazioni. Rifiutiamo una
banca con aspirazioni monopolistiche che investe in titoli spazzatura
e specula sui titoli di Stato.
Per
questo la Senesità passa oggi attraverso un progetto di scissione
della Banca attuale: da un lato quella nazionale che persegue i suoi
obiettivi di globalità senza “l'onere” degli interessi locali,
dall'altro una banca regionale dell'Italia centrale e di ridotte
dimensioni rigorosamente sotto il controllo della Fondazione che
salvaguarda l'occupazione nel territorio e che persegue quelle
finalità. Non c'è tempo da perdere: il territorio faccia sentire la
sua voce.
La
residenza nel territorio dell'attuale provincia di Siena di una parte
degli amministratori della fondazione non può essere una norma
finta: o è una residenza che risale ad alcuni anni, o è requisito
che va eliminato.
D)
Poteri di nomina
La
Deputazione generale, ricondotta ai suoi compiti essenziali di
indirizzo, deve essere nominata dagli organi collegiali di elezione
diretta da parte dei cittadini (Comune di Siena, Provincia, Regione)
e, in misura da definire, dagli enti pubblici e provati “radicati
sul territorio ed espressivi, per tradizione storica senese, di
interessi meritevoli di essere rappresentati nell’organo di
indirizzo” (secondo gli indirizzi della Corte Costituzionale) e non
più da singole persone, benché democraticamente investite di poteri
di governo, che ottengono smisurati vantaggi personali dalla
riconoscenza dei nominati a scapito della loro autonomia critica.
La
Deputazione amministratrice, nominata a sua volta da quella generale,
può essere utilmente ridimensionata e ridotta a tre membri compreso
il presidente.
Fermo
restando il rapporto di autonomia previsto dalla legge tra nominanti
e nominati gli enti nominanti nei confronti della deputazione
generale e la deputazione generale nei confronti di quella
amministratrice e del presidente devono essere investiti di poteri di
revoca in caso di accertate e conclamate violazioni statutarie o per
inosservanza degli indirizzi generali prestabiliti.
E)
Meccanismi di nomina
Ritenendo
fondamentale il possesso dei titoli culturali e professionali e di
comprovate esperienze e competenze in capo ai candidati, si chiede
l'istituzione con bandi pubblici di un albo permanente e annualmente
aggiornato da cui individuare gli eletti con forme di votazione che
garantiscano il più ampio pluralismo democratico e culturale
evitando pasticciati accordi consociativi. A questo scopo devono
essere previste forme di votazione che prevedano un voto limitato e
l'obbligo di assicurare che una quota di nominati sia scelta tra le
candidature presentate da enti ed associazioni estranee a Comune,
Provincia e Regione.
F)
Incompatibilità
Introdurre
un criterio di incompatibilità per le candidature e le nomine che
impedisca di usare la Fondazione come sede per il carrierismo di
casta anche attraverso la revisione drastica dei compensi come
appresso. Saranno dunque non candidabili e non eleggibili gli
amministratori (sindaci, presidenti e assessori), i dirigenti in
carica e quelli che lo sono stati nei cinque anni precedenti alla
nomina dei comuni della Provincia di Siena, della Provincia, della
Regione Toscana e delle aziende e società partecipate e, in modo
particolare, della banca conferita ria MPS.
Introdurre
un divieto per gli amministratori della Fondazione in carica di
assumere incarichi amministrativi e di essere assunti alle dipendenze
di enti, Istituzioni e società partecipate dalla Fondazione e dalla
Banca, né di soggetti che durante il mandato beneficino delle
provvidenze della Fondazione. In caso contrario decadenza automatica
dall'organo.
G)
Compensi e costi
Per
il presidente e per i componenti della deputazione amministratrice i
compensi non devono eccedere quelli previsti rispettivamente per il
sindaco e per gli assessori del Comune di Siena.
Per
i componenti della deputazione generale, oltre al rimborso delle
spese vive, prevedere la corresponsione di un gettone di presenza non
superiore a trecento euro lordi a seduta rispetto a quello attuale
tuttora esorbitante nonostante le recenti riduzioni.
Limitare
al minimo indispensabile tutti gli incarichi esterni che siano
comunque deliberati dall'organo amministrativo comparando un adeguato
numero di offerte di soggetti diversi.
Le
spese generali di funzionamento della Fondazione (amministratori,
personale, beni e servizi) non possono comunque eccedere una
percentuale predefinita del bilancio annuale (es. 20%). Ogni
superamento comporta la decadenza automatica degli organi.
Siena,
ottobre 2012
Circolo
Città Domani – Lista Sinistra per Siena
Circolo
Peppino Impastato – Italia dei Valori
Circolo
Viro Avanzati – Rifondazione Comunista