Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

giovedì 2 ottobre 2014

Lavoro, Dignita',Uguaglianza!!

Manifesto CGIL per Roma.

Lasciano senza parole le dichiarazioni del Presidente del Consiglio -Renzi- in merito alla querelle nata con la CGIL sull'abolizione dell'art 18 dello statuto dei Lavoratori:  "

....gli imprenditori devono poter licenziare, poi sarà lo Stato a prendersi in carico il lavoratore licenziato" 

Qualcuno faccia sapere al Sindaco d'Italia  che ogni giorno in questo disastrato Paese si perdono circa1.000  posti di lavoro.  
Quali sarebbero gli impedimenti che incontrano oggi le aziende nel licenziare??
E dove è quello Stato che poi dovrebbe farsi carico di questi lavoratori?? 
Siamo davanti all'attacco più feroce e insensato che negli ultimi anni è stato promosso contro il mondo del lavoro, propugnando vergognosamente un'assioma privo di qualsiasi fondamento:  togliendo tutele ai pochi lavoratori rimasti con contratto a tempo indeterminato è poi possibile ampliare le tutele anche ai lavoratori con contratto precario.

Una colossale contraddizione in termini. Semplicemente tutti sarebbero costantemente in balia degli umori quotidiani del datore di lavoro...
un sistema all'americana, dove senza troppi discorsi uno si ritroverebbe con lo scatolone dei propri effetti in braccio e... fuori dalla porta!! 

Ancora Renzi:  " ...lasceremo le tutele e il reintegro in azienda in caso di licenziamenti discriminatori" 

Perché, oggi giorno si pensa ancora che qualche imprenditore sprovveduto scriva nella lettera di licenziamento che il motivo della risoluzione del contratto è dovuto al fatto che il pensiero politico del dipendente non è di proprio gradimento? o che è di una fede religiosa che a lui non piace? oppure perché è donna o ha preferenze sessuali che all'imprenditore non vanno a genio?

Assurdo, se l'azienda ti vuole far fuori la motivazione se la inventa di sana pianta o la costruisce passo passo.
Oggi, nonostante la riforma Fornero, il giudice che verifichi la non sussistenza di una giusta causa dispone il reintegro; domani, secondo il renzisacconi pensiero, poche  (ma poche davvero) mensilità di risarcimento e ognuno per la propria strada. 
Anche la recente storia lo dimostra: non esiste nessun nesso logico tra la tutela contro i licenziamenti ingiustificati e la creazione di nuovi posti di lavoro. 

domenica 28 settembre 2014

La CGIL decide la mobilitazione

autore Fabio Sebastiani.

Il 25 ottobre a Roma "una grande manifestazione della Cgil, all'insegna del cambiamento del nostro Paese, a partire dalla liberta' e dalla uguaglianza nel lavoro. Una manifestazione che inizia in una stagione per noi di conquista di un cambiamento della politica economica".
La Cgil di Susanna Camusso prova ad incazzarsi un po'. Solo un po'. Per adesso c'è una gerande passeggiata a Roma, senza Cisl e Uil. Ma lo sciopero, chec invece farà la Fiom, non è all'orizzonte.
Insomma, sul Jobsact, decreto Poletti, e Art. 18 il più grande sindacato d'Italia cerca ancora la mediazione della mediazione. La scelta di scendere in piazza il 25 ottobre, "lo diciamo con grande intensita', non e' una scelta di rottura rispetto alle altre organizzazoni sindacali", dice Camusso, incontrando i giornalisti dopo la riunione del direttivo a Bologna. "Siamo rispettosi del processo in corso nelle altre organizzazioni", aggiunge Camusso, confermando che la Cgil manterra' il "massimo impegno" sulle piattaforme comuni avviate su fisco, previdenza e pubblico impiego. Inoltre, "siamo convinti che su un'idea di cambiamento della politica economica e di allargamento della qualita' del lavoro- continua Camusso - reincontreremo rapidamente Cisl e Uil in un percorso unitario, almeno questo e' l'augurio". "Dev'essere chiaro a tutti che non sara' una manifestazione che conclude una fase, ma una manifestazione che inizia una fase di mobilitazione. Nella Cgil c'e' sempre stata una discussione delle posizioni, questa e' la forza della Cgil", fa eco Maurizio Landini, segretario della Fiom-Cgil, che invece ha ricevuto il mandato per uno sciopero generale. "Non abbiamo intenzione di accettare peggioramenti e stravolgimenti dei diritti dei lavoratori", dichiara Landini, arrivando a Bologna per la riunione del direttivo nazionale della Cgil. "La Fiom partecipera' attivamente alla realizzazione della manifestazione.
Avevamo gia' proclamato delle ore di sciopero che si faranno nei territori, necessarie anche per proclamare lo sciopero generale della categoria". La Cgil "non e' mai stata divisa", conclude Landini.

mercoledì 30 aprile 2014

Andrea Manganelli è il candidato a sindaco di Monteriggioni di Rifondazione Comunista


"Il circolo di Rifondazione Comunista di Monteriggioni ha sciolto le riserve per l’elezioni di maggio scegliendo come candidato Sindaco, Andrea Manganelli.
Residente a Castellina Scalo, una vita spesa tra associazionismo e impegno politico, una persona che conosce bene le dinamiche dell’amministrazione comunale, dove ha lavorato per anni, fino al raggiungimento della pensione.
Conoscitore delle peculiarità e delle problematiche legate al territorio. 
Una persona tra le persone, capace di parlare a tutti, con idee chiare e un programma di pochi punti che racchiude nella frase “il comune che vorrei” la voglia di cambiamento". Così una nota del Circolo Rifondazione di Monteriggioni.

"La crisi economica è sempre più pesante - prosegue RC - e il Comune può esonerare parte degli oneri (mensa, trasporto, e tributi che gravano sui servizi di competenza comunale, IRPEF) a chi perde il lavoro, anche se precario, ad anziani in difficoltà, contribuendo al sostegno del reddito.

L’Associazionismo è il motore positivo del Comune, va valorizzato al massimo sostenendolo con progetti, strutture dove mancano, e una forte cooperazione tra le varie realtà locali per ottimizzarne l’efficienza e permettere a tutti i cittadini la fruizione di spazi e/o servizi che altrimenti il Comune non potrebbe gestire in proprio.  

Turismo, non è solo Francigena, diversificare l’offerta culturale con una più ampia integrazione tra le realtà imprenditoriali esistenti, che vanno valorizzate, contro le multinazionali del turismo mordi e fuggi, come ci ricorda il mostro di cemento abbandonato nel pian del casone.

Lavori pubblici in grado di incontrare la domanda delle persone, senza opere faraoniche a discapito del territorio.

Stop al consumo del suolo, recupero dei volumi esistenti, riqualificazione urbana partendo dai giardini, raddoppio delle ore di apertura al pubblico dell’ufficio urbanistica per recuperare il rapporto con i tecnici e cittadini per maggiore efficienza e trasparenza.

Servizi per l’infanzia modulati per fasce di reddito per garantire a chi lavora un supporto fondamentale senza pesare sul bilancio familiare.

Politiche giovanili che promuovano l’aggregazione tramite spazi autogestiti, dove i giovani possono dare sfogo alla libera creazione e possano portare proposte concrete al miglioramento degli ambienti urbani dove vivono.

Acqua, un bene collettivo e non privatizzabile, chiediamo quindi un rinnovamento delle infrastrutture e una lotta agli sprechi.

Politiche vere per gli anziani, che sono in numero sempre maggiore, con potenziamento di centri di aggregazione diurni e per chi è in difficoltà, potenziamento dei servizi domiciliari con il coinvolgimento e la valorizzazione del volontariato-.

No ad un progetto che veda la perdita di sovranità del Comune nei confronti di Siena, come il progetto SMAS (Schema Metropolitano Area Senese), sì ai servizi associati tra Comuni per un risparmio delle risorse e una ottimizzazione del personale".

sabato 1 marzo 2014

Landini: “La Cgil imbroglia i lavoratori”

Fonte: il manifesto | Autore: Antonio Sciotto

Intervista a Maurizio Landini . Parla il segretario Fiom: modalità antidemocratiche di voto, la segreteria così nega il dissenso. I metalmeccanici potrebbero non partecipare alla consultazione.

«I lavo­ra­tori non vanno imbro­gliati ma vanno rispet­tati». Mau­ri­zio Lan­dini è netto nel riba­dire che le moda­lità di voto appro­vate dal Diret­tivo Cgil mer­co­ledì sera sono «anti­de­mo­cra­ti­che» e «inac­cet­ta­bili». «Viene impe­dito di avere i due punti di vista: qua­lun­que cit­ta­dino nor­male, quando va a un refe­ren­dum, ha la pos­si­bi­lità di infor­marsi sul sì e sul no. In tutte le demo­cra­zie avviene così. Men­tre in Cgil, dopo la firma del Testo unico, adesso siamo al Pen­siero unico». Il segre­ta­rio Fiom non vuole anti­ci­pare quanto verrà deciso al Comi­tato cen­trale con­vo­cato per lunedì mat­tina, ma dalle sue dichia­ra­zioni si capi­sce che i metal­mec­ca­nici non sono inten­zio­nati a par­te­ci­pare a una con­sul­ta­zione che riten­gono non demo­cra­tica, e quindi non vincolante.

Eppure accet­tando di indire una con­sul­ta­zione, Susanna Camusso vi è venuta incontro. 
Più che una solu­zione poli­tica a me pare un imbro­glio poli­tico: non si chiede di dire sì o no al Testo unico, ma a un giu­di­zio espresso dal Diret­tivo. Ma qui nes­suno ha mai chie­sto un voto sul gruppo diri­gente della Cgil, o di met­tere a veri­fica il segre­ta­rio: noi ave­vamo chie­sto un con­fronto sui con­te­nuti dell’accordo. Invece ora siamo messi davanti a un ple­bi­scito sul gruppo diri­gente della Cgil: e tra l’altro, parec­chio ano­malo. Mi chiedo io: ma se mai vin­cesse il no, visto che siamo sotto con­gresso, deca­drebbe tutto il gruppo diri­gente della Cgil?

Camusso spiega che solo ai Con­gressi si por­tano due tesi con­trap­po­ste, men­tre sugli accordi, per tute­lare l’unità dell’organizzazione di fronte alle con­tro­parti, è giu­sto venga por­tata solo una posi­zione: quella del Direttivo. 
Vor­rei ricor­dare innan­zi­tutto che que­sto accordo, prima di essere fir­mato, non è mai stato discusso con nes­suno den­tro la Cgil: per come sono abi­tuato io, in genere si chiede un man­dato. Poi si sigla un’intesa, si porta come ipo­tesi al voto dei lavo­ra­tori, e infine si firma. Io mi vanto di non aver mai fir­mato nulla senza prima averlo sot­to­po­sto al voto degli inte­res­sati: e se mi scon­fes­sa­vano, tor­navo al tavolo per miglio­rarlo. Quanto alle regole della con­sul­ta­zione, la replica non mi pare fon­data: il Diret­tivo, in piena auto­no­mia, poteva deci­dere benis­simo di indire assem­blee con l’illustrazione pari­ta­ria di due tesi, pre­sen­tan­dole se voleva come una di mag­gio­ranza e una di mino­ranza; impo­nendo un voto uguale nei tempi e nei modi in tutte le sedi.

Però ver­ranno fatte delle assem­blee infor­ma­tive, unitarie. 
Que­sto è ancora più para­dos­sale: a pre­sen­tare l’accordo ci sarà magari un rap­pre­sen­tante di Cisl o Uil, ma poi potranno votare solo gli iscritti Cgil. E per giunta non sull’intesa, ma sul parere del Diret­tivo. Ma è una presa in giro.

Camusso ha comun­que chia­rito che se vince il no riti­rerà la firma. 
Ma se il refe­ren­dum è già fal­sato, se non c’è pari dignità e spa­zio per il sì e il no, che legit­ti­mità ha quel voto? Ai lavo­ra­tori devi sem­pre dire la verità, bella o brutta che sia, por­tar loro rispetto.

Cosa farete a que­sto punto? È natu­rale pen­sare che non par­te­ci­pe­rete alla con­sul­ta­zione, e che anzi la Fiom ne indirà una propria. 
Non posso anti­ci­pare nulla, discu­te­remo tutto al comi­tato cen­trale. Riba­di­sco che non c’è una dua­lità Fiom-Cgil, non c’è uno scon­tro per­so­nale tra i segre­tari, e che anzi per­so­na­liz­zare ci dan­neg­gia. Per­ché invece noi chie­de­vamo di votare su con­te­nuti pre­cisi che non con­di­vi­diamo: 1) l’accordo intro­duce san­zioni alle orga­niz­za­zioni e ai dele­gati; 2) intro­duce l’arbitrato inter­con­fe­de­rale; 3) non pre­vede il voto dei lavo­ra­tori sugli accordi azien­dali; 4) riduce l’autonomia delle cate­go­rie, per­ché le Rsu pos­sono fare accordi da sole, dero­gando ai con­tratti; 5) non c’è pieno rispetto della sen­tenza della Con­sulta sul caso Fiat; 6) si can­cella il plu­ra­li­smo sin­da­cale, con il prin­ci­pio che la firma del 50%+1 dei sin­da­cati vin­cola anche il 49,9% in dis­senso, pre­ve­dendo per giunta delle sanzioni.

Su que­sti temi, affer­mate, non c’è mai stato confronto. 
Ricordo solo che nel 2009 la Cgil non firmò l’accordo sul modello con­trat­tuale per 5 ragioni: intro­du­ceva arbi­trato, san­zioni, dero­ghe sul con­tratto; per­ché i lavo­ra­tori non vota­vano, e per­ché con l’Ipca si abbas­sa­vano i salari. Tutti punti che mi ritrovo in que­sto accordo che adesso la Cgil ha fir­mato, ma senza che si sia mai discusso un qual­che cam­bio di strategia.

Quanto alle prime mosse del governo Renzi, che idea si è fatta la Fiom sul taglio del cuneo? 
Il tema di un alleg­ge­ri­mento fiscale delle buste paga dei lavo­ra­tori c’è tutto, e anzi io aggiungo che si dovrebbe finan­ziare la legge sui con­tratti di soli­da­rietà: si potrebbe arri­vare a decon­tri­buire le imprese del 30–40% per diversi anni, sal­vando i posti di lavoro gra­zie alla ridu­zione degli orari. Un punto però mi sta a cuore più di tutti: qual­siasi sgra­vio, Irap o altro, dai alle imprese, non si deve dare a piog­gia: ma si deve chie­dere quanti posti di lavoro salva e crea.

Avete avuto già qual­che con­tatto con la mini­stra Guidi? 
Ancora nes­suno, ma pre­sto chie­de­remo un incon­tro: faremo pre­senti le nostre pro­po­ste, tra le quali c’è anche quella di coor­di­nare da Palazzo Chigi le poli­ti­che dei mini­steri del Lavoro e dello Svi­luppo. Per Renzi la prio­rità è il lavoro? Bene, anche per noi marzo sarà il mese del lavoro: indi­remo una grande Assem­blea con tutti gli eletti nei diret­tivi Fiom, per fis­sare le pros­sime ini­zia­tive e mani­fe­sta­zioni, non esclu­dendo degli scioperi.