Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

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domenica 9 maggio 2010

Otto per mille, quello che lo stato non dice...istruzione per l'uso!!

In anticipo di tre settimane sulla Cei, la UAAR ha cominciato la sua opera di informazione sull’Otto per mille: «visto che non la fa lo Stato, ci pensiamo noi» spiega Raffaele Carcano, segretario generale della UAAR. E così contro la corrazzata vaticana di sette filmati da trenta secondi l’uno che vedremo a ripetizione in tivù da domenica 25 aprile fino a luglio, arrivano i banchetti di atei e agnostici nelle città italiane, per spiegare ai cittadini come funziona l’Otto per mille, che ogni anno distribuisce un miliardo di euro tra alcune confessioni religiose.
Solo quattro italiani su dieci firmano per l’Otto per mille e solo tre firmano per la Chiesa cattolica. Ma, per i meccanismi della legge, tutti gli italiani versano il loro contributo e, alla fine, l’87% del gettito raccolto finisce nelle casse della Chiesa, che a sua volta impiega solo l’8% di quel che raccoglie per missioni nei paesi poveri. «Lo Stato non lo spiega, non chiede fondi per sé e soprattutto utilizza gran parte di quel che riceve per la ristrutturazione di edifici di culto cattolico», insiste Carcano.
Per questo la UAAR ha anche scritto al ministro dell’economia e delle finanze Giulio Tremonti,
( allegata sotto ) per chiedere di rivedere la politica del governo sull’Otto per mille di competenza statale, evitando che quei fondi siano accantonati per esigenze di bilancio o siano destinati (direttamente o indirettamente) a realtà riconducibili alle confessioni religiose, per destinarli invece alle vittime di calamità naturali che tanto frequentemente colpiscono il nostro paese.


Al Ministro dell’Economia e delle Finanze
On. Giulio Tremonti
via XX settembre 97
00187 Roma


Oggetto: destinazione del gettito di competenza statale dell’Otto per Mille IRPEF

Gentile Sig. ministro,
come ogni anno, nelle prossime settimane i contribuenti italiani saranno chiamati a indicare come destinare l’Otto per Mille del gettito Irpef. Tra le opzioni a loro disposizione ci sarà anche quella in favore dello Stato: fondi, come recita la legge 222/1985, che lo Stato è poi tenuto a impiegare «per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali».
Negli anni passati circa un milione e mezzo di cittadini hanno scelto lo Stato: sono in gran parte non credenti che preferiscono che il loro gettito fiscale non sia destinato a finanziare confessioni religiose. I contribuenti non credenti sono i paria dell’Otto per Mille: l’unica scelta non confessionale, per l’appunto lo Stato, si è rivelata spesso deludente, perché è a sua volta servita a finanziare confessioni religiose.
È dunque agevole constatare l’esistenza di una disparità di trattamento nei confronti di una parte cospicua della popolazione (circa il 15-17%, secondo i sondaggi): diversi milioni di cittadini che non solo non credono in Dio, ma ormai non credono nemmeno più che l’Italia abbia uno Stato che faccia proprio il supremo principio costituzionale della laicità, tante sono le discriminazioni che devono quotidianamente subire. Tanti di essi, e da tanto tempo ormai, respingono in toto il meccanismo di ripartizione dell’Otto per Mille. Una posizione che finisce per colpire proprio chi li discrimina: lo Stato stesso, destinatario di un numero di scelte molto inferiore al suo potenziale.
È per questo motivo che l’UAAR, l’associazione di promozione sociale che ha come scopo sociale primario la tutela dei diritti civili degli atei e degli agnostici, le scrive per invitarla a rivedere la politica del governo in tema di utilizzo dell’Otto per Mille di competenza statale. Non c’è bisogno di leggi ad hoc: è sufficiente applicare quella esistente, evitando che tali fondi siano accantonati per esigenze di bilancio o siano destinati (direttamente o indirettamente) a realtà riconducibili alle confessioni religiose, e destinandoli invece a fronteggiare le calamità naturali che tanto frequentemente colpiscono (e purtroppo continueranno a colpire) il nostro paese.
Già lo scorso anno le chiedemmo di destinare i fondi di competenza statale alle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo. Quanto stiamo vedendo in questi giorni (i ritardi nella ricostruzione, la comprensibile rabbia dei cittadini di quelle zone) mostra come la nostra proposta andasse nella giusta direzione: ci sono connazionali in enorme difficoltà, c’è una vera e propria emergenza, e c’è l’esigenza morale di intervenire subito e adeguatamente per migliorare le loro condizioni di vita. È pertanto indispensabile, a nostro avviso, destinare presto l’Otto per Mille a gestione statale alla ricostruzione con criteri antisismici di ospedali, asili nido, scuole, biblioteche, università della regione abruzzese: non luoghi di culto, per i quali c’è già l’Otto per Mille delle Chiese. Il governo ha già ora la possibilità di spostare fondi cospicui (almeno cento milioni di euro) su interventi concreti: sarebbe delittuoso sprecarla. Anche perché occorre veramente poco per concretizzarla.
In tale occasione ci permettiamo però di inviarle un consiglio che implica un impegno maggiore. Una vera e propria discontinuità con il passato: che cioè lo Stato, per la prima volta dall’esistenza del meccanismo dell’Otto per Mille, chieda ai cittadini di sceglierlo, lanciando una vera e propria campagna pubblicitaria a proprio favore. Il governo potrebbe infatti informare i cittadini della sua intenzione di destinare la propria quota di Otto per Mille all’Abruzzo. Sapendo di contribuire alla ricostruzione di una regione martoriata dal terremoto, molti contribuenti sceglieranno di firmare per lo Stato. In tal modo si attiverebbe tra l’altro una leva economica veramente consistente.
Anche quando non sono molte, l’utilizzo razionale delle risorse a disposizione può effettiva-mente consentire di creare una società migliore. Auspichiamo che sia lei, sia il governo di cui fa parte vi rendiate conto che è una strada realmente percorribile.

Cordiali saluti
Raffaele Carcano
Segretario nazionale UAAR








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