Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

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lunedì 24 maggio 2010

Federalismo demaniale=svendita totale

Dietro la parola magica del "federalismo demaniale" si nasconde il più colossale progetto di cementificazione del BelPaese della storia della Repubblica. La cessione a Regioni ed enti locali di strade secondarie, corsi idrici, sorgenti, spiagge, miniere, laghi, areoporti non strategici e più che altro di terreni agricoli fino ad oggi proprietà dello Stato è tesa esclusivamente a "valorizzare il patrimonio" ovvero a fare cassa. Non a caso si precisa a cosa devono servire i proventi : per il 75% ad abbatere il debito pubblico degli Enti Locali, per il restante 25% il debito dello Stato.

La ricchezza (e la bellezza) dell'Italia, consiste nella vasta e diffusa disponibilità di beni demaniali quali spiagge, laghi, panorami che devono rimanere beni comuni potenzialmente a disposizione di tutti, comprese le future generazioni. Quello che si opera con il decreto sul federalismo demaniale è proprio la rottura del principio del demanio come bene comune, incommerciabile e fruibile sempre da parte di tutti.
In linea di principio non siamo contrari al trasferimento di questi beni comuni a Regioni ed Enti Locali: ma non è questa la partita in gioco! E' il meccanismo che è messo in moto, ovvero quello di mercificare questi beni, che la Federazione della Sinistra contesta alla radice.

Secondo la Ragioneria dello Stato si tratta di un patrimonio valutabile tra 3,2 e i 5 miliardi di euro che potranno essere piazzati sul mercato per una "valorizzazione funzionale". Si autorizza la vendita ai privati e ai fondi immobiliari che, come è noto, saranno non solo speculativi ma aggiungeranno altri scempi a quelli già attuati nel nostro territorio, in particolare per coste e terreni agricoli.

I Comuni, già stremati dal patto di stabilità e non risarciti dal mancato ingresso di introiti in seguito all'abolizione dell'Ici,si troveranno davanti al dilemma : o spendere soldi propri per la manutenzione e la protezione dei beni ex demaniali trasferiti o metterli invece in vendita, allettando, per esempio per le aree agricole, il potenziale compratore anche con variazioni d'uso di queste aree, trasformandole in edificabili.
Il fatto che gli oneri di urbanizzazione- ovvero gli introiti che i Comuni percepiscono dalla nuove costruzioni e dalle licenze edilizie- rappresentino una delle poche entrate per le amministrazioni comunali, spingeranno i sindaci a concedere varianti e a cementificare il più possibile.

Le aree agricole demaniali che non sono state sottoposte ad un censimento preciso ammontano ad 1 milione di ettari che da ora in poi entrano a far parte del patrimonio degli enti locali. Legambiente ha calcolato che solo il 4% fosse sottoposto a questa procedura e applicando un basso indice di cubatura 0,8 mc/mq avremmo una spaventosa cementificazione delle aree agricole del nostro paese, dell'ordine di 300 milioni di metri cubi.
Anche le sorgenti di acqua minerale e termale possono essere trasferite ed essere messe in patrimonio disponibile e sottoposti a piano di alienazione, ovvero vendita
Le spiagge che continueranno a far parte del patrimonio indisponibile dello stato e quindi non potranno essere vendute saranno sottoposte a processi di valorizzazione. Si aumenterà quindi il processo di privatizzazione (le concessioni passano dagli attuali 20 anni a 99 anni) e cementificazione delle spiagge italiane.

Davanti a questo attacco senza precedenti al patrimonio ambientale nazionale ci pare grave il voto di astensione del Partito Democratico e gravissimo il voto favorevole dell'Italia dei Valori al decreto legislativo del Governo. Lo spettacolo della conferenza stampa congiunta del leghista Calderoli insieme ad Antonio di Pietro segnala drammaticamente l'inconsistenza di questa opposizione parlamentare. C'è un partito trasversale degli affari e delle privatizzazioni che sulla mercificazione dei beni comuni non conosce confini politici.

La Federazione della Sinistra è impegnata a denunciare i "furbetti del quartierino" e il federalismo degli speculatori. Invita i suoi amministratori, consiglieri comunali, provinciali e regionali a rafforzare la vigilanza sugli atti di cessione del patrimonio demaniale agli enti locali e mettere in campo una opera di controinformazione tesa a demistificare la propaganda del Governo. Si impegna a realizzare inoltre, con le associazioni ambientaliste e della società civile, Osservatori provinciali e regionali sugli effetti del "federalismo demaniale" e sui potentati legali ed illegali messi in moto da questo provvedimento teso al "sacco del BelPaese".

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