La manovra varata dal governo Berlusconi è disperata, iniqua e senza futuro. Questo provvedimento, come i precedenti, non affronta in modo strutturale il problema del debito e non mette in campo misure significative per il rilancio dell’economia. Il problema principale è proprio questo: si affronta la crisi solo sul fronte dei tagli della spesa pubblica (prevalentemente la spesa sociale), mentre non vi è una misura credibile capace di rilanciare l’economia. Anzi, questa manovra, come la precedente, ha un impatto depressivo e recessivo: comprime la domanda interna, i consumi, i salari e con essi la produzione.
A questi due elementi negativi – l’estemporaneità dei tagli e l’assenza di misure per il rilancio dell’economia- si aggiunge il forte carattere iniquo della manovra a danno dei lavoratori (in particolare i dipendenti pubblici) i pensionati ed in generale i cittadini: il taglio, pesantissimo, ai trasferimenti agli enti locali e alle regioni si tradurrà in minori servizi ed in maggiori tributi. Ancora una volta non vi sono significative misure contro l’evasione fiscale e i grandi patrimoni. Il “contributo di solidarietà” sui redditi Irpef più alti è solo una misura estemporanea e parziale eche evita da una parte una vera riforma in senso progressivo dell’Irpef (anche a favore delle aliquote più basse) e dall’altra fornisce l’alibi per non introdurre la tassazione dei grandi patrimoni. Lo stesso innalzamento dal 12,5% al 20% dell’imposizione fiscale sulle rendite è ancora insufficiente (sarebbe stato più equa un’imposizione al 23%) e non comprende i possessori (tra cui in gran parte le banche) dei titoli di stato.
Fino ad oggi il governo ha sbagliato praticamente tutto, diffondendo inutile ottimismo, negando la crisi, limitandosi ad interventi di facciata, aspettando inerzialmente la ripresa internazionale, non colpendo i grandi patrimoni e la finanza, salvando gli evasori fiscali, non mettendo in campo interventi strutturali per rilanciare l’economia, colpendo la dignità del lavoro ed il ruolo del sindacato, tagliando le spese sociali.
Contro il provvedimento del governo Sbilanciamoci propone una manovra di 60miliardi, di cui 30 da destinare alla riduzione del debito e 30 da destinare al rilancio dell’economia al lavoro, alla difesa del welfare .
Da una parte -sul fronte delle entrate: è necessario colpire i grandi patrimoni con una imposta ad hoc, tassare ulteriormente i capitali rientrati dall’estero grazie allo scudo fiscale, ridurre le spese militari, cancellare le grandi opere. Una tassazione dei patrimoni del 5%1000 -con una limitata franchigia per i patrimoni più bassi- porterebbe un’entrata in due anni di 21miliardi euro; una tassazione aggiuntiva del 15% sui capitali rientrati grazie allo scudo, ben 15 miliardi; ed il combinato di riduzione del 20% delle spese militari, della cancellazione del programma dei caccia F35, della fine della missione in Afganistan e della cancellazione delle grandi opere, darebbe oltre 10 miliardi di euro.
Dall’altra -sul fronte degli interventi: almeno 30 miliardi- è necessario investire nella green economy (energie pulite, mobilità sostenibile, ecc), nelle piccole opere pubbliche (messa in sicurezza delle scuole, ferrovie locali, ecc), nella ricerca e nell’innovazione. Nello stesso tempo è necessario difendere i redditi più bassi (con detrazioni ed altri interventi fiscali, aumentando le pensioni minime), allargare lo spettro degli ammortizzatori sociali ai lavoratori parasubordinati (intriducendo per i monocomittenti, misure analoghe a quelle previste per i lavoratori a tempo indeterminato), rafforzare la rete dei servizi sociali (asili nido, introduzione dei livelli essenziali di assistenza, fondo non autosufficienza, ecc).
E’ questo il cambio di rotta di cui il paese avrebbe bisogno: una politica economica diversa, un modello di sviluppo alternativo a quello delle scelte neoliberiste di questi anni capace di ridare speranza e futuro ad un paese piegato in questi anni dalla logica dei privilegi e degli interessi dei più forti. Le proposte ci sono ed è ora che anche il sindacato e le forze di centro sinistra si incontrino in tempi brevi con i movimenti sociali e l’associazionismo per rendere credibile un’alternativa comune alle scelte di questo governo.
Giulio Marcon
Portavoce Campagna Sbilanciamoci!
Proponiamo, ora, contro il provvedimento del governo una manovra di 60miliardi, di cui 30 da destinare alla riduzione del debito e 30 da destinare al rilancio dell'economia, al lavoro e alla difesa del welfare.
Da una parte -sul fronte delle entrate- è necessario colpire i grandi patrimoni con una tassa ad hoc, tassare i capitali rientrati dall'estero, ridurre del 20% le spese militari, cancellare le grandi opere.
Dall'altra-sul fronte degli interventi-è necessario investire nella green economy, nelle piccole opere pubbliche, nella ricerca e nell'innovazione. Nello stesso tempo è necessario difendere i diritti dei lavoratori, dei pensionati, dei cittadini: difendere i redditi più bassi, allargare lo spettro degli ammortizzatori sociali, rafforzare la rete dei servizi sociali e della tutela dei più deboli.
Fino ad oggi il governo ha sbagliato praticamente tutto: diffondere inutile ottimismo, negare la crisi, limitarsi ad interventi di facciata, aspettare inerzialmente la ripresa internazionale, non colpire i grandi patrimoni e la finanza, salvare gli evasori fiscali, non mettere in campo interventi strutturali per rilanciare l'economia, voler colpire la dignità del lavoro ed il ruolo del sindacato.
E' ora di cambiare strada.
Solo costruendo una politica ispirata, da una parte, al rigore e dall'altra all'equità sociale e dall’altra, al rilancio di un'economia diversa -sostenibile e di qualità- si può dare al paese il senso di un impegno rivolto alla ricostruzione di un'idea di futuro e di speranza, di un modello di sviluppo diverso da quello che abbiamo fino ad oggi conosciuto e che ci ha portato alla drammatica crisi che stiamo vivendo.
Le proposte di Sbilanciamoci per il biennio 2012-2013
La nostra contromanovra a quella di ferragosto del governo
ENTRATE | 2012-2013 |
| USCITE | 2012-2013 |
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Politiche fiscali |
| Rilancio dell'economia |
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Rendite finanziarie al 23% | 4000 | Sostegno alla green economy | 4000 | |
Tassa patrimoniale - 5%1000 | 21000 | Programma piccole opere | 1500 | |
15% sui capitali rientrati (scudo) | 15000 | Innovazione e ricerca | 1400 | |
Tassa pubblicità e diritti televisivi | 980 | Mobilità sostenibile | 900 | |
Tassazione veicoli per CO2 | 1000 | Agricolt. biologica e altreconomia | 300 | |
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Riduzione spesa pubblica |
| Lavoro e redditi |
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Riduzione spesa militare | 4000 | Ammortizz. sociali per co.pro | 3400 | |
Open Source nella PA | 4000 | Pensioni, reddito minimo | 8000 | |
Fine missione Afghanistan e F35 | 2750 |
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Abolizione fondi scuole private | 1400 | Welfare |
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Riduzione costi politica | 3000 | Livelli essenziali di assistenza | 3150 | |
Chiusura CIE | 230 | Piano nazionale asili nido | 1500 | |
Cancellazione grandi opere | 2750 | Servizio civile | 400 | |
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| Interventi per i migranti | 300 | |
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| Casa e canoni agevolati | 800 | |
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| Fondo per la non autosufficienza | 800 | |
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| Scuola e università |
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| Fondo di funzion. università | 1400 | |
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| Borse di studio | 800 | |
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| Edilizia scolastica | 700 | |
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| Offerta formativa | 750 | |
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| Riduzione del debito | 30010 | |
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Totale | 60110 | Totale | 60110 |