No ai
licenziamenti, no alla privatizzazione, si alla ripubblicizzazione!
Le ragioni della crisi
che sta attraversando il MPS sono complesse e certamente non recenti.
Come è possibile che una delle banche più solide del mondo, con una
tradizione plurisecolare si trovi oggi, parole del suo presidente
Profumo, a dover ricapitalizzare per rientrare degli oltre 3,4
miliardi che la banca deve allo stato in virtù dei titoli acquisiti?
Naturalmente la ricetta
proposta dai soliti manager super pagati è sempre la stessa in ogni
occasione e latitudine: esternalizzazione (leggi privatizzazione) di
tutta una serie di funzioni e taglio di 2360 lavoratori (secondo i
giornali 1600 “trattabili”). Ricetta non nuova e per altro più
volte auspicata sia dal piano di rinascita nazionale della P2 che
dalle oligarchie europee.
In questo quadro così
drammatico, per una banca che altrimenti sarebbe solida e forte, le
responsabilità politiche, in particolare del Partito Democratico che
governa Siena, sono evidenti. L’adesione acritica a modelli
“privatistici” e liberisti che in questi anni hanno fatto
egemonia anche a sinistra (producendo danni tra i quali il
ridimensionamento del ruolo della fondazione all’interno della
banca), e l’incapacità, da parte di una classe politica troppo
“assorbita” da scontri interni più che a dare una risposta alla
crisi del MPS (lasciando questo compito al “tecnico” di turno),
stanno portando al disastro.
Questa situazione non è
più tollerabile e per uscirne non è sufficiente l’ordinaria
amministrazione ma è necessario un deciso cambio di strategia.
- Nell’immediato chiediamo che siano ritirati i licenziamenti programmati e che in questo senso si attivino tutti quei soggetti istituzionali, dalla Regione Toscana al Comune di Siena, che a vario titolo e con diversi gradi di responsabilità hanno ancora voce in capitolo sulle strategie della banca.
- Intraprendere una decisa azione politica affinché, come accaduto non in Corea del Nord, bensì negli USA, a fronte di un intervento economico dello Stato, non si proceda con ulteriori esternalizzazioni, tagli del personale e apertura della banca, attraverso la ricapitalizzazione, di nuovi capitali privati, ma il Governo entri, per la quota parte coincidente con il credito acquisito col MPS, direttamente nel CdA della banca permettendo così un duplice risultato: A) Dare ossigeno al MPS e permettere ad un istituto che, ripetiamo, è sano e forte sul mercato, di riprendere la propria attività senza essere costretto a rientrare da un debito che, così, si trasformerebbe in una sorta di ricapitalizzazione ma avente come partner il Governo Italiano e non i capitali privati. B) Permettere al governo di poter avere voce in capitolo relativamente alle strategie di una banca importantissima in un momento in cui il volano del credito alle imprese e ai cittadini è decisivo per chiunque voglia rispondere alla crisi non solo attraverso tagli insostenibili, ma soprattutto grazie al rilancio di una politica industriale.
Stefano Cristiano
Segretario Regionale
PRC-FdS Toscana
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