Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

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domenica 12 settembre 2010

Modello padania, c'è poco da scherzare!!

Di solito i cavernicoli della Lega Nord danno il meglio di sé durante l’estate, favoriti dai colpi di sole. Ma quest’anno anche settembre promette bene.


Noto per aver messo una taglia sui clandestini e per aver interdetto la mensa scolastica ai figli di chi non era in regola con la retta, il sindaco leghista di Adro Oscar Lancini ha disposto adesso che nella mensa sia imposta la carne di maiale anche ai figli di musulmani: “Chi non vuole mangiare il maiale vada pure a casa. Siamo liberi di proporre ai nostri bambini menù della tradizione padana”, ha chiarito.Ha detto poi che in Padania si usa adorare Dio e, ignorando che questa usanza è diffusa anche fra i musulmani, ha aggiunto con tono di sfida: “Se Dio vi offende cambiate paese”. Cosa deve fare un italiano che non adora Dio non l’ha invece spiegato.

Intanto il sindaco leghista di Tradate, Stefano Candiani, ha fatto ricorso contro la sentenza del tribunale che ha bocciato come discriminatorio il suo regolamento comunale. Esso, infatti, concede il bonus bebé solo a figli di due genitori italiani, escludendo sia le coppie extracomunitarie sia quelle “miste”, ossia con un solo genitore italiano.

Questa misura, che riecheggia la difesa della razza ariana di triste memoria, è stata tentata (e bocciata dalla magistratura) anche in altri comuni leghisti come Brescia, Morazzone, Palazzago e nello stesso Adro, dove proprio ieri è stata inaugurata la prima scuola padana. Un fatto senza precedenti che un polo scolastico italiano venisse pubblicamente definito federalista e leghista.
Il simbolo della Lega sul cestino della raccolta differenziata, sullo zerbino d’ingresso, sui cartelli messi nel giardino, sul tetto e soprattutto impresso sui banchi.

Tutto ciò è accaduto con il beneplacito del ministro Mariastella Gelmini che in un messaggio, oltre ad esprimere vivo apprezzamento personale, ha parlato di “modello di riferimento. Un progetto encomiabile che crea benessere ed entusiasmo”. Materna, elementare e scuola media con le mense dedicate alla figura di Gianfranco Miglio, di cui c’è anche una raffigurazione all’ingresso del nuovo complesso realizzato con soldi di donazioni private fatte al Comune.

Sulla facciata principale dell’edificio campeggia la scritta “Polo scolastico Gianfranco Miglio” nonostante non sia ancora pervenuto il permesso dell’Ufficio provinciale scolastico, nonostante le norme prevedano che il nome vada deciso dal collegio dei docenti e successivamente approvato dal consiglio comunale. L’ultimo passaggio poi spetterebbe alla Prefettura che deve comunicare l’intitolazione al ministero degli Interni. Tutto bypassato ad Adro nonostante, nelle scorse settimane, i rappresentanti della minoranza avessero presentato un esposto agli uffici del palazzo del governo di Brescia. La risposta è stata che ci sono tanti altri comuni che hanno problemi di questo genere. Così, chi ieri era ad Adro ha assistito a una scena che ha riportato all’epoca delle inaugurazioni delle scuole fasciste. Dove il sentire comune, l’appartenenza politica e ideologica hanno ampiamente superato i confini di un luogo deputato alla formazione civile oltre che culturale dei bambini e dei ragazzi. Davvero tanta gente ad ascoltare i discorsi da campagna elettorale dell’onorevole leghista Davide Caparini, dell’assessore regionale (della Lega, ovviamente) alle Attività sportive Monica Rizzi. Poi il sindaco di Adro Oscar Lancini (che nel suo intervento ha detto di aver fissato i crocefissi al muro con delle viti per impedire che vengano rimossi o spostati, e sul palco anche il parroco di Adro e il curato che ha benedetto la costruzione. Poco importa che il primo cittadino riguardo alla gestione mensa abbia già promesso: “A tavola si siede soltanto chi paga” e ancora: “Verrà servito menu padano e chi non vuole mangiare carne di maiale se ne può stare a casa”. Pasti della tradizione bresciana e chi, per motivi religiosi, non potrà mangiare pranzerà altrove. “I crocifissi li abbiamo avvitati alle pareti così nessuno potrà magari nasconderli dietro la cartina geografica”. Le ragioni della Chiesa al servizio della Lega nei discorsi in cui sono stati citati il papa bresciano Giovanni Montini, Giovanni Paolo II e pure il cardinale Carlo Maria Martini. Tutti a spiegare che quello sarà il luogo della crescita delle nuove generazioni e che Miglio, prima di essere ideologo leghista, era un uomo di scuola. Finiti i discorsi, la visita degli ambienti marchiati con quei simboli di partito sbattuti in faccia tutti i giorni agli alunni di quella scuola. Ovunque, anche sui piccoli totem dove ci sono le indicazioni delle aule, singolarmente intitolate ai benefattori che hanno contribuito alla realizzazione spendendo 6 milioni di euro: che sì, lo hanno finanziato da privati, ma nell’ambito di una grande operazione urbanistica. Tra il pubblico anche un rappresentante dell’ordine dei frati dei Carmelitani che gestiscono una scuola parificata (dalle elementari alle superiori) frequentata dalla Adro “bene” e che confina con la scuola pubblica italiana caratterizzata dal simbolo pagano leghista del “sole delle Alpi”. Sacro e profano insieme.

Nonostante tutto, la Chiesa non mostra di voler ritirare il sostegno alla Lega, in cambio delle battaglie leghiste a favore del crocifisso in classe e contro la Ru 486.
Un giudizio assai positivo aveva espresso, subito dopo le regionali 2010, mons. Fisichella, certificando la sintonia del leghismo “col pensiero della Chiesa” sui “problemi etici”. E il 31 agosto, a implicita anche se indiretta conferma, Ratzinger ha accolto a tempo di record la domanda di pre-pensionamento del responsabile migranti mons. Marchetto, che aveva espresso giudizi poco lusinghieri sulle ronde e sui respingimenti in mare, idee tenacemente sostenute da Maroni.

E pazienza se dispiacerà ai cattolici dal cuore tenero che la Chiesa parli come i cavernicoli anziché come Marchetto, anzi parli come i primi facendo finta di parlare come il secondo, in obbedienza alla più importante virtù teologale cattolica: l’ipocrisia.

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