Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

domenica 14 febbraio 2010

Società della Salute, istruzioni per l'uso...

Cos’è la società della salute, quali obiettivi si pone? Quali sono gli eventuali vantaggi per i cittadini? Cosa cambierà nella gestione della “salute” all’interno del nostro distretto?
Queste sono, in estrema sintesi, le domande più importanti che i cittadini si pongono a riguardo del nuovo consorzio pubblico denominato Società della Salute Senese.
La società della salute ha concretizzato un concetto assolutamente nuovo sul piano culturale ossia il passaggio dalla sanità alla salute.
In sintesi la società della salute rappresenta il governo unitario della risposta socio-sanitaria sul territorio.
Il miglioramento dello stato di salute e di benessere dei cittadini; la soddisfazione e la partecipazione del cittadino; l’efficienza e la sostenibilità del sistema sono gli obiettivi che si è posto il Piano Sanitario Regionale 2002/2004.
Le strategie per cogliere questi obiettivi sono da un lato politiche integrate a livello regionale e locale, dall’altro un modello di salute basato sulla responsabilizzazione dell’intera comunità, sulla partecipazione e coinvolgimento dei cittadini. In questo nuovo quadro culturale e di relazioni, la centralità degli enti locali e la concertazione a tutti i livelli istituzionali diventano punti essenziali. Dare vita ad un percorso unitario e condiviso sulla persona nella sua interezza e dare risposte integrate a bisogni di natura socio-sanitaria è lo scopo del nuovo consorzio pubblico formato dai 15 comuni in provincia di Siena e dall’azienda Asl.
Gli strumenti attraverso i quali tutto questo potrà essere realizzato sono rappresentati dal Piano Integrato di Salute (PIS) che non è altro che lo strumento principe di programmazione a livello di distretto e in termini sintetici la capacità di promuovere la salute per obiettivi di salute. Abbiamo parlato poco sopra della rivoluzione copernicana messa in atto dal governo toscano: l’attenzione alla persona. Si è infatti acquisita la consapevolezza, sostenuta anche dai dati scientifici, che l’85% dei fattori che determinano la salute del cittadino non sono sanitari. In altri termini la salute si promuove intervenendo sugli stili di vita, l’alimentazione, l’uso corretto del territorio, la prevenzione degli incidenti. La società della salute serve per costruire il rapporto di continuità tra ospedale e territorio e si avvarrà per questo di un continuo e puntuale monitoraggio per la valutazione delle prestazioni e dei loro risultati in modo da migliorare la programmazione, l’erogazione delle risorse e l’impiego delle stesse.
In questo nuovo contesto viene da chiedersi quali sono i vantaggi per i cittadini. Innanzi tutto una prevenzione a tutto campo che punta alla riduzione delle occasioni di ammalarsi, poi la possibilità di fare riferimento a sportelli unici per accedere ai servizi socio-sanitari, avere percorsi integrati tra territorio e ospedale per garantire dimissioni seguite sul territorio, semplificazione dell’accesso, ottimizzazione dei servizi, un rapporto più strutturato tra medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e ospedale.
Nel biennio di sperimentazione, alla Società della salute competeranno governo e controllo, indirizzi e programmazione. Gli organi della Società della Salute sono: Giunta, composta da sindaci o assessori delegati dei comuni e il Direttore Generale dell’Azienda Usl, il Presidente, individuato tra i rappresentanti dei comuni presenti nella Giunta. Al direttore, nominato dalla giunta, spettano i compiti di rappresentanza legale, di responsabilità gestionale e di direzione del personale.

Come riportato dall’articolo della regione toscana si evince che ci sono tanti buoni motivi perché si debba passare a questo tipo di modello per i servizi sociali, buoni motivi ripeto, che posso anche condividere, ma bisogna essere obbiettivi e aggiungere altri elementi altrettanto importanti per capire se la scelta è davvero un opportunità per i comuni e per i cittadini oppure no, e mi vengono in mente alcune domande:
1, quali e quanti sono i servizi che andrà a coprire la società?,
2, con quali dipendenti e con quali costi?,
3, quanto dura la convenzione che andremo a sottoscrivere?,
4, I costi e il servizio saranno uniformi su tutto il territorio per i comuni? E i finanziamenti per i comuni consorziati come sono ripartiti?
5, I comuni possono decidere di uscire dal consorzio se i servizi erogati non sono soddisfacenti?

1) I servizi principali che erogherà la nuova Società saranno principalmente 2; la non autosufficienza e la disabilità, per le altre funzioni socio-assistenziali continueranno ad essere svolte dagli attuali gestori ( ASL e Comune ) con propri capitoli di spesa, quindi non si tratterà di prevenzione a tutto campo, come sbandierato, ma di singoli servizi.


2)I dipendenti e le risorse finanziarie confluiranno in questa società in rapporto alle proprie quote parte in necessità di quest’ultima, per un periodo di 6 mesi il personale della società utilizzerà quello comandato degli enti, dopo ai dipendenti trasferiti/confluiti nella stessa si applicherà in via transitoria il contratto di lavoro relativo al personale del servizio sanitario nazionale, quindi un contratto diverso per chi fino a ieri aveva un contratto statale e con questo, non potendolo scegliere, per il lavoratore mi sembra veramente discriminante e causerà senz’altro dei contenziosi nei confronti della nuova società.


3) Il contratto con i comuni consorziati avrà durata quindicennale ma si potrà rescindere non prima dei due anni, quindi avremo il tempo di riscontrare sul territorio se la scelta è stata giusta, trarre le conclusioni del caso e agire di conseguenza.


4) i costi saranno uniformati su tutto il territorio gestito, senza però specificare nella convenzione che andremo a votare in consiglio, ma quali saranno i prezzi che il singolo cittadino dovrà sostenere non lo sappiamo. Speriamo che le tariffe non siano ritoccate in alto per garantire l’uniformità del servizio in tutti i quindici comuni.

Per quanto riguarda i finanziamenti si attingerà dal fondo sanitario regionale, dagli enti e comuni consorziati con una cifra pro-capite per cittadino residente, e cosi sarà ripartita la spesa-parte se la società dovesse andare in perdita.

5) i Comuni possono uscire dalla società non prima di 2 anni.


Queste sono le cose che la nuova società dovrà essere capace di fare, programmazione coerente con i territori, contenimento dei costi, innovazione organizzativa, attività di controllo, coordinamento delle funzioni, garantire un servizio di assistenza sociale con le stesse qualità e negli stessi tempi, sia ai cittadini di Siena, sia ai cittadini di S.Giovanni DAsso.
Come ogni progetto nasce dal bisogno di migliorare e di questo ne sono convinto, se tutto questo riuscirà nell’intento, non potrò che esserne soddisfatto, ma come ripeto il dubbio che possa trasformarsi in un altro ente doppione e burocrate che perde di vista i cittadini, proprio nel momento del bisogno, mi fa stare male.
Noi siamo una delle ultime realtà a consorziarsi, e Monteriggioni nella fattispecie è un esempio di come una piccola amministrazione può riuscire a gestire le problematiche sui servizi sociali in completa autonomia ed efficienza con ragguardevoli risparmi, quindi la società della salute è avvertita….

Nessun commento:

Posta un commento