Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

martedì 12 gennaio 2010

Mozioni sul crocifisso , uno per uno, non fa male a nessuno

Nel prossimo consiglio comunale, a Monteriggioni, sono state presentate due mozioni sul crocifisso, una dal Pdl, per la valorizzazione della "nostra identità" ed in merito alla sentenza della corte europea, un'altra dal centrosinistra x Monteriggioni ( il pd-elle per capirci ) sull'affissione del crocifisso nelle aule, sempre per la sentenza emanata della corte europea.
Qualcuno si chiederà, cosa cambia? niente! cioè, niente di nuovo sotto il sole direi, pur di non parlare di niente ci sono due ordini del giorno a testimoniarlo!!!
Io adesso proverò a sintetizzare, anzi a specificare, ad entrare nel merito della questione, nel tempo necessario, cosa che non potrò avere come tempo di relazione in consiglio comunale, in quanto il tempo a disposizione, come dice il regolamento, per esprimere "la mia dichiarazione di voto nelle mozioni" consiste in 5 minuti, ditemi voi come è possibile esplorare un tema cosi controverso e allo stesso tempo cosi "etereo".
Proverò ad analizzarlo partendo dalla scuola, dove per l'appunto, la corte europea ha deciso di far togliere il crocifisso dalle aule, per poi continuare su alcuni aspetti non tanto marginali..."i privilegi" della religione di stato!!!
In Italia la stragrande maggioranza delle scuole private risulta gestita direttamente da ordini o istituti cattolici o si ispira all’educazione cattolica.
Per chi considera che l'educazione è un compito esclusivo o principale dello stato una legislazione che determina lo stanziamento di fondi pubblici in favore della scuola privata è considerato come un "favore" alla Chiesa cattolica.

Le scuole non statali ricevono oggi denaro pubblico sotto forma di:

• sussidi diretti, per la gestione di scuole dell’infanzia e primarie;
• finanziamenti di progetti finalizzati all’elevazione di qualità ed efficacia delle offerte formative di scuole medie e superiori;
• contributi alle famiglie (i "buoni scuola" per le scuole di ogni ordine e grado).
Nonostante questi finanziamenti, molte famiglie non possono esercitare quello che considerano il loro diritto di scegliere la scuola per i loro figli, perché i costi delle scuole private rimangono di gran lunga proibitivi per la maggior parte delle famiglie italiane.

Il dettato della Costituzione italiana [modifica]

L'articolo 33 della Costituzione della Repubblica italiana dà il diritto "ad Enti e privati di istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato".

Questo articolo ha fondamentalmente due interpretazioni:
• da parte di chi sostiene l'applicazione letterale della costituzione: lo stato, pur riconoscendo il diritto di istituzione di scuole private, non può (non deve) accollarsene alcun tipo di onere;
• da parte di chi, nel valorizzare le istituzioni intermedie nell'educazione, interpreta che l'"assenza di oneri per lo stato" si riferisca al momento dell'istituzione e non riguardi la normale gestione e amministrazione; anche in tale visione le scuole private sono un diritto che lo stato deve riconoscere, ma, in più, lo stato deve sostenere la libertà di scelta dell'istituzione scolastica da parte delle famiglie, finanziando le scuole private allo stesso modo di quelle pubbliche.

Sussidi diretti [modifica]

Il DM 261/98 ed il DM 279/99 (Ministro della Pubblica istruzione Luigi Berlinguer, Democratici di Sinistra), ed il testo unico «concessione di contributi alle scuole secondarie legalmente riconosciute e pareggiate» che li ha convertiti in legge, hanno costituito il presupposto per la regolare concessione di finanziamenti alle scuole private.

Il governo D’Alema bis ( l'inizio del Pd-elle ) con la legge 62/2000 ha sancito l'entrata a pieno titolo nel sistema di istruzione nazionale delle scuole private, che pertanto devono essere trattate alla pari anche sul piano economico.
La legge prevede anche:
• l'applicazione anche alle scuole paritarie del trattamento fiscale riservato agli enti senza fini di lucro;
• l'istituzione di fatto dei buoni scuola statali (stanziamento di 300 miliardi di lire a decorrere dal 2001);
• l'aumento di 60 miliardi di lire dello stanziamento per i contributi per il mantenimento di scuole elementari parificate;
• l'aumento di 280 miliardi di lire dello stanziamento per le spese di partecipazione alla realizzazione del sistema prescolastico integrato;
• lo stanziamento di un fondo di 7 miliardi di lire per le scuole che accolgono disabili (per la scuole pubbliche l’accoglimento dei disabili è da sempre obbligatorio).
Il governo Berlusconi, Ministro Letizia Moratti, con il DM 27/2005 ha apportato alla Legge 62/2000 le seguenti modifiche:

• non si parla più di "concessione di contributi", ma di vera e propria "partecipazione alle spese delle scuole secondarie paritarie";
• è abbassata la soglia di alunni per classe (da 10 a 8) per l’accesso ai contributi;
• vengono innalzati i livelli massimi dei contributi (12.000 euro per una scuola media, 18.000 per una scuola superiore);
• sono più che raddoppiati i finanziamenti per i progetti formativi (da circa 6 milioni di euro ad oltre 13 milioni).
Nel 2005 l'ammontare dei contributi alle scuole non statali è stato di circa 527 milioni di euro (si veda la circolare ministeriale 38/2005).
Nel 2006 a fronte dei tagli apportati dalla legge finanziaria, i finanziamenti diretti alla scuola non statale sono stati incrementati[1]. Infatti, dalla comparazione delle somme stanziate dalla precedente c.m. 38/2005 con quelle della c.m. 31/2006 si evidenzia il passaggio dalla somma complessiva revisionale di circa 527,5 milioni a quella di circa 532,3 milioni di euro con un aumento di circa 4,8 milioni di euro, assegnati ai capitoli delle unità previsionali di base “scuole non statali” degli Uffici scolastici regionali, mentre sono rimaste invariate le somme relative ai capitoli 1291 e 1474 delle unità previsionali di base “scuole non statali” dell’Amministrazione centrale.

Buoni scuola [modifica]

I buoni scuola vengono istituiti nel 2000 dal Governo di centro-sinistra con la Legge 62/2000 sulla parità scolastica con un piano straordinario di finanziamento, attuato poi dal governo di centro-destra con la Legge 289/2002 che prevede un tetto di 30 milioni di euro per il triennio 2003-2005.
La Legge finanziaria 2004 del governo Berlusconi (Ministro Moratti), aumenta il tetto per il 2005 a 50 milioni di euro con accesso indiscriminato ai buoni per tutte le famiglie, senza cioè limite di reddito alcuno. La legge sulla parità, inoltre, non prevede alcuna incompatibilità dei buoni statali con eventuali buoni regionali (previsti poi da Veneto, Emilia-Romagna, Friuli, Lombardia, Liguria, Toscana, Sicilia, Piemonte), per cui di fatto buoni statali e regionali risultano cumulabili.

Insegnanti di religione [modifica]

La Legge 186/2003[2] definisce lo stato giuridico degli insegnanti di religione cattolica di qualsiasi tipo di scuola.
L'idoneità all’insegnamento della religione cattolica è data dal Vescovo. In precedenza, stante l'attuale normativa che prevede l'obbligatorietà nell'organizzare l'ora di religione da parte dello stato ma la facoltatività di adesione da parte degli studenti, lo Stato assumeva gli insegnanti di religione con contratti annuali, in funzione dell'effettiva esigenza (in poche parole, in base al numero delle classi con studenti che richiedevano l’insegnamento della religione); con la Legge 186 gli insegnanti di religione cattolica diventano dipendenti statali a tutti gli effetti, con stato giuridico, trattamento economico e diritto alla mobilità equivalenti a tutti gli altri insegnanti, in precedenza il trattamento economico era già equiparato a quello degli insegnanti di ruolo.
Il diritto alla mobilità rende possibile per gli insegnanti di religione abilitati all’insegnamento di altre materie, in caso di revoca dell’abilitazione del vescovo o semplicemente per scelta personale, il passaggio ad altra cattedra scavalcando così tutti i precari in graduatoria per quella cattedra.
Inoltre, per tutti i 15.000 insegnanti di religione cattolica diventati dipendenti statali, l'eventuale revoca dell’abilitazione da parte del vescovo comporta per lo Stato l’obbligo di provvedere al loro impiego alternativo.
Università cattoliche [modifica]
La Finanziaria 2004 prevede uno stanziamento di 20 milioni di euro per il 2004 e 30 milioni per il 2005 da destinare all’Università Campus Bio-Medico per la parziale realizzazione di un policlinico universitario, per il potenziamento della ricerca biomedica in Italia:
il provvedimento è stato criticato per l'essere un finanziamento di denaro pubblico da parte dello stato "laico" ad un'università privata che si autodefinisce "opera apostolica della Prelatura dell’Opus Dei", che "intende operare in piena fedeltà al Magistero della Chiesa Cattolica, che è garante del valido fondamento del sapere umano, poiché l’autentico progresso scientifico non può mai entrare in opposizione con la Fede, giacché la ragione (che ha la capacità di riconoscere la verità) e la fede hanno origine nello stesso Dio, fonte di ogni verità" , il cui "personale docente e non docente, gli studenti e i frequentatori dell’Università [...] considerano l’aborto procurato e la cosiddetta eutanasia come crimini in base alla legge naturale; [...] ritiene inoltre inaccettabile l’uso della diagnostica prenatale con fini di interruzione della gravidanza ed ogni pratica, ricerca o sperimentazione che implichi la produzione, manipolazione o distruzione di embrioni [...], riconoscono che la procreazione umana dipende da leggi iscritte dal Creatore nell’essere stesso dell’uomo e della donna, ed è sempre degna della più alta considerazione"» (dalla Carta delle finalità).
La Finanziaria del 2005 prevede un finanziamento di 15 milioni di euro per il Centro San Raffaele del Monte Tabor di don Luigi Verzè.
Nel 2004 il governo, tramite il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario, istituisce diverse ulteriori università non statali, legalmente riconosciute tra cui l’Università Europea di Roma".
Il ministero dell’Istruzione (Letizia Moratti), sempre in contrasto col parere dei rettori, dà anche riconoscimento ufficiale all’Università europea degli studi Franco Ranieri, con sede in una palazzina di Messina di tal signor Ranieri, alla cui inaugurazione, nell'ottobre del 2004, partecipano il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ed il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio.
La legge 293/2003 conferisce riconoscimento legislativo all’Istituto di studi politici San Pio V finanziandolo per 1,5 milioni di euro annui. L’istituto, con sede in Roma, è promotore della creazione della Libera università degli studi San Pio V, sempre in Roma.
Assistenza religiosa negli ospedali pubblici [modifica]

Dal 2000 al 2005 numerose regioni italiane (la Sicilia e la Lombardia, governate dal centro-destra; l’Umbria e la Toscana, governate dal centro-sinistra) firmano con i presidenti delle Conferenze Episcopali regionali schemi di intesa per l’assistenza religiosa negli ospedali pubblici. In particolare, quello tra la Regione Lombardia, firmato da Roberto Formigoni, Presidente della Regione, di Forza Italia, e il Cardinal Dionigi Tettamanzi, prevede che in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private sia previsto almeno un “assistente religioso”, due in strutture con più di 300 posti letto, uno ogni 350 in strutture con più di 700 posti letto. Gli assistenti religiosi devono essere assunti dalla struttura ospedaliera ospitante a cui carico è pure la messa a disposizione di: spazi per le funzioni di culto e per l’attività religiosa, alloggi per gli assistenti, uffici, arredi, suppellettili, attrezzature, nonché tutte le spese necessarie al loro mantenimento; spese di illuminazione, e riscaldamento (artt. 1, 2, 4, 10 dell’Intesa).
Radio e televisione [modifica]

Radio cattoliche [modifica]
Con la Legge finanziaria del 2005 viene stanziato 1 milione di euro per il potenziamento e l'aggiornamento tecnologico nel settore della radiofonia. I soggetti che possono usufruire del contributo sono quelli indicati al comma 190 della Finanziaria del 2004, cioè: le "emittenti radiofoniche nazionali a carattere comunitario". Le uniche due emittenti che rispondono al requisito sono Radio Padania Libera, la radio della Lega Nord, e Radio Maria.

RAI: mancati introiti pubblicitari [modifica]

La Sipra, società concessionaria della pubblicità della Rai, ha resa nota la cifra, pari a 9,2 milioni di euro, relativa al costo sostenuto dalla RAI per il mancato introito pubblicitaro dovuto alle variazioni di palinsesto in occasione della massiccia copertura televisiva data alla morte di Giovanni Paolo II (con lunghe dirette da piazza San Pietro, spesso a reti unificate) ed alla nomina di Benedetto XVI (con le numerose trasmissioni di "approfondimento").
Alcuni inoltre hanno sollevato delle critiche di merito su come è stato trattato l'evento dal punto di vista qualitativo e di contenuto giornalistico, giudicato troppo agiografico e con scarsa pluralità ed approfondimento.
Otto per mille

La ripartizione della quota dell'otto per mille non direttamente assegnata (per mancata indicazione di preferenza da parte dei contribuenti) avviene proporzionalmente all'ammontare di quanto assegnato invece con esplicita espressione della preferenza. Ciò avvantaggia la Chiesa cattolica rispetto alle altre istituzioni aventi diritto in quanto, appunto, la Chiesa Cattolica è storicamente destinataria della maggior parte delle preferenze.
È oggetto di aspre ed annose polemiche l'utilizzo che la Chiesa Cattolica fa dei fondi assegnati, in particolare riguardo la percentuale destinata ad opere caritative: nel 2004, dei 984 milioni di euro assegnati alla Chiesa, solo 195 vengono destinati ad opere caritative: meno del 20%, mentre la quota destinata per le esigenze di culto (catechesi, tribunali ecclesiastici, manutenzione e rinnovo degli immobili, gestione del patrimonio) è del 46,5%; del 33,6% quella per il sostentamento del clero. La Chiesa Cattolica non comunica quale percentuale dei fondi ottenuti sia usata a scopo pubblicitario e gestionale.

A ciò si aggiunge la novità introdotta dal governo Berlusconi (DPC pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26/1/2005 ): una parte cospicua dei fondi assegnati dai cittadini allo Stato è destinata al finanziamento di opere di restauro di beni ed edifici a carattere religioso di valore storico ed artistico, ma di proprietà dello Stato (circa 10 milioni di euro, il 10% dei 100 milioni complessivi di quota statale)
Alla faccia dello stato laico.......!!!!

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