Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

sabato 23 gennaio 2010

Aumenti ai prof di religione, ci pensa Tremonti..mentre la "Pubblica" affonda!!

A proposito di privilegi...
Scatti stipendiali per gli insegnanti, ma solo per quelli di religione. Lo ha stabilito il ministero dell'Economia lo scorso 28 dicembre. Mentre i sindacati della scuola sono alle prese con un complicato rinnovo del contratto in favore di tutti i docenti e gli Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) della scuola, alla chetichella quelli di religione nella busta paga del mese di maggio troveranno una gradita sorpresa: il "recupero" degli scatti (del 2,5 per cento per ogni biennio, a partire dal 2003) sulla quota di retribuzione esclusa in questi anni dal computo. Supplenti compresi.

A spiegare la portata del provvedimento, che porterà nelle tasche degli interessati un bel gruzzoletto, è lo Snadir (il sindacato nazionale autonomo degli insegnanti di religione). "Gli aumenti biennali per gli insegnanti di religione, che in precedenza venivano calcolati nella misura del 2,5 per cento del solo stipendio base, dovranno ormai ammontare al 2,5 per cento dello stipendio base comprensivo della Indennità integrativa speciale". Una cosetta di non poco conto visto che l'Indennità integrativa speciale rappresenta circa un quarto dell'intera retribuzione dell'insegnante e che gli anni da recuperare sono tanti, quasi quattro bienni.

Quanto basta, e avanza, per riaccendere la polemica sui privilegi assegnati dallo Stato in questi ultimi anni ai docenti di religione cattolica: accesso alla cattedra su segnalazione dell'ordinario diocesano, assunzione sulla base di un successivo concorso riservato, passaggio ad altra cattedra in caso di perdita del requisito per insegnare la religione (l'attestato dell'ordinario diocesano) e scatti biennali anche per i precari). "Mentre il ministro Tremonti a dicembre ricorda alla Curia che presto saranno liquidati gli scatti biennali di anzianità al personale docente di eligione con incarico annuale o di ruolo, che non ha mai richiesto tale indennità sotto forma di assegno ad personam, permane, purtroppo, il silenzio verso tutto il restante personale precario", dichiara Marcello Pacifico, presidente dell'Anief (l'Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione).


La questione è di particolare attualità perché una sentenza della Corte di giustizia europea del 2007 ha riconosciuto, secondo il principio di non discriminazione, il diritto agli scatti di anzianità anche a favore dei precari. E da allora sono diverse le associazioni di insegnanti italiane e sindacati che hanno intrapreso la via giudiziaria per farsi riconoscere questo diritto. Ma, ancora, non si sono visti i risultati.

E mentre migliaia di precari di lungo corso sono in attesa di un riconoscimento economico. Folgorato sulla via di Damasco, il ministero dell'Economia, scrive: "A seguito degli approfondimenti effettuati in merito all'oggetto, si comunica che questa Direzione ha programmato, sulla mensilità di maggio 2010, le necessarie implementazioni alle procedure per il calcolo degli aumenti biennali spettanti agli insegnanti di religione anche sulla voce IIS (Indennità integrativa speciale, ndr) a decorrere dal 1 gennaio 2003".

Il diritto agli scatti biennali in favore degli insegnanti di religione è stabilito da una legge del 1980, che poteva anche avere un senso: siccome i docenti di religione erano precari a vita, non era prevista cioè la loro stabilizzazione, era necessario stabilire un meccanismo per aggiornare loro lo stipendio. Ma poi nel 2005 arrivò il concorso e l'immissione in ruolo. E mentre per i precari della scuola non è previsto nessun aumento di stipendio in relazione all'anzianità di servizio, quelli di religione conservano questo trattamento: incremento del 2,5 per cento ogni due anni.

Secondo alcuni calcoli effettuati dai sindacati il caveau potrebbe valere 220 euro in più in busta paga, arretrati esclusi. Niente male per quasi 12 mila insegnanti di religione a tempo determinato attualmente in forza alle scuole italiane. Per il rinnovo del contratto degli insegnanti, invece, i sindacati hanno chiesto un aumento di 200 euro mensili da erogarsi in tre anni, ma il ministro della Pubblica amministrazione è disposto a concederne appena 20. E non solo. Vorrebbe agganciare gli aumenti di stipendio dei docenti al merito.

Intanto alla scuola pubblica,iniziano le iscrizioni e i problemi....

Negli anni passati la circolare che detta le regole e le modalità per l'iscrizione alla scuola statale è stata emanata nei primi giorni del mese di gennaio.
Per l'anno scolastico 2010/2011 questa consuetudine si interrompe e per la prima volta vengono emanate due distinte circolari, una per le iscrizioni alla scuola dell'infanzia e del primo ciclo
(CM 4/2010 e allegati), che ne prevede la scadenza al 27 febbraio 2010, e un'altra per il secondo ciclo con scadenza diversa.
Le ragioni di questa discontinuità sono da ricercare nel ritardo con il quale sono stati definiti i regolamenti sulla scuola secondaria superiore, al momento ancora non passati per la seconda lettura da parte del Consiglio dei Ministri, in ragione del quale il Governo ha deciso di rinviare ulteriormente la scadenza delle iscrizioni per il solo secondo ciclo al 26 marzo.
Abbiamo quindi deciso di produrre un commento articolato sulle due circolari, come da nostra tradizione, a partire da quella appena emanata che riguarda solo la scuola dell'infanzia ed il primo ciclo.
Anche questo è un segnale delle difficoltà che si stanno determinando a fronte di decisioni del Governo sulla scuola, di natura ideologica e finanziaria, che non tengono in alcun conto i diritti ad un' istruzione pubblica di qualità, costituzionalmente sanciti, e i tempi delle scuole per organizzare una buona offerta formativa.
Rimandiamo quindi al fascicolo sulle iscrizioni al primo ciclo, con schede specifiche informative e di orientamento, per la scuola dell'infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo ciclo ed i corsi per gli adulti, più approfondimenti sui poteri e le competenze degli organi collegiali e della scuola autonoma.
Produrremo un secondo fascicolo, sulle iscrizioni alla scuola secondaria superiore, non appena la circolare specifica sarà emanata.
Secondo ciclo: tempi stretti e incertezze irrisolte
Slitterà a fine marzo l'iscrizione alle secondarie superiori e per la prima volta ci saranno due date e due circolari diverse per le famiglie che devono iscrivere i figli a scuola. Con questo spostamento il MIUR cerca di prendere tempo per portare a termine la sua "riforma". Ma il tempo manca comunque e le incertezze sono sempre più incalzanti.
I pareri del Consiglio di Stato su tecnici, professionali e licei non sono lisci: alcune cose ancora non vanno e le modifiche a cui il MIUR è stato costretto allungano i tempi circa la definizione dei programmi, delle cattedre e per tecnici e professionali anche dei sub-indirizzi. E le scuole non sanno quindi su cosa orientare. Manca ancora il parere delle commissioni parlamentari sicché l'approvazione definitiva da parte del consiglio dei ministri non arriverà prima della fine di gennaio, se tutto andrà bene, sennò potrebbe anche slittare più avanti.
Quanto tempo resterà alle scuole per fare l'orientamento? Chi parte prima si assume la responsabilità di dire cose non certe. Ancora molte sono le incertezze, a partire da quella se la partenza riguarderà solo le prime o anche le seconde o se comunque altre classi saranno interessate dalla riduzione degli orari a prescindere dall'ordinamento. Un bel rebus per tutti.
Un rinvio a questo punto apparirebbe come la soluzione migliore. Ma finora solo FLC Cgil e Gilda lo hanno richiesto.
La scuola secondaria superiore
La scuola vive un momento particolarmente difficile. Le politiche del Governo, attraverso tagli pesantissimi di risorse finanziarie e professionali, accelera il processo di destrutturazione del sistema di istruzione pubblica, impoverendo la qualità dell'offerta formativa e provocando drammatiche conseguenze occupazionali.
La scuola secondaria superiore è ormai allo sbando nella incertezza più assoluta rispetto al suo futuro. Abbiamo espresso il nostro giudizio fortemente negativo sui regolamenti per il riordino dei licei, degli istituti tecnici e professionali.
Con una lettera inviata ai gruppi parlamentari abbiamo ribadito la necessità del rinvio del processo di riorganizzazione della scuola secondaria superiore, nella considerazione che ormai i tempi per una corretta programmazione e per le attività di orientamento sono abbondantemente scaduti.
Con la nota operativa per la stesura del programma 2010, emanata dal Miur il 14 dicembre (già impugnata dalla FLC), il governo azzera le risorse per il funzionamento didattico e amministrativo delle istituzioni scolastiche e riduce anche i costi per le ditte che effettuano la sorveglianza e le pulizie, determinando il peggioramento del servizio, il licenziamento dei lavoratori degli appalti e maggiori carichi di lavoro per i collaboratori scolastici che hanno già subito pesanti tagli di organico.
Finanziamenti alle scuole. Siamo alla beffa
Le scuole sanno bene che entro il 15 dicembre di ogni anno devono presentare il loro programma annuale, cioè un bilancio finanziario in base alle attività didattiche programmate e alla previsione delle spese gestionali e organizzative. Ma le scuole, anche questo si sa, vivono di finanziamenti statali, visto che, ancora, l'istruzione pubblica è un obbligo verso i cittadini che la Repubblica è tenuta a rispettare.
Allora perché le scuole vengono a sapere il 22 dicembre, tramite una nota ministeriale, furbamente datata 14 dicembre, quanti soldi hanno a disposizione? E vengono così a sapere che non avranno tutti i finanziamenti necessari e che dovranno arrangiarsi. E come si devono arrangiare? Sistemando i bilanci come possono, anche senza rispettare le regole di contabilità che la legge impone a tutte le istituzioni pubbliche.
Dopo le dichiarazioni del segretario generale Pantaleo, che nei giorni scorsi ha smentito le incaute affermazioni di Gelmini in televisione su chi sa quali fondi previsti in finanziaria, la FLC Cgil ha deciso di impugnare la nota ministeriale sul programma annuale.
Ma nel frattempo le scuole che faranno?
L'integrazione degli alunni con cittadinanza non italiana
Il 9 gennaio scorso, dopo un comunicato MIUR dal titolo: Gelmini: "Tetto del 30% per gli alunni stranieri nelle classi, si parte dal 2010-2011 dalle classi prime di elementari, medie e superiori", viene emanata la CM n. 2/10 avente ad oggetto "Indicazioni e raccomandazioni per l'integrazionedi alunni con cittadinanza non italiana".
Il testo della circolare è caratterizzato da una sostanziale ambiguità, effetto probabilmente dello
sforzo di tener conto ad un tempo delle norme vigenti, caratterizzate da ispirazioni e finalità
inclusive (si confronti il documento "La via italiana per la scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri") e di un'intenzionalità politica fortemente condizionata dall'approccio ideologico, xenofobo e (pseudo) securitario della Lega e quindi di segno ben diverso, anzi opposto.
Pur essendo presente un richiamo a pratiche senz'altro positive, peraltro già esperite e documentate nelle situazioni più avanzate come gli accordi di rete o il riferimento ai mediatori culturali, il testo sembra comunque costruito intorno ad un'idea chiave: quella che identifica nella presenza degli alunni immigrati uno dei problemi di funzionamento della scuola italiana; una condizione di rischio per l'apprendimento e gli esiti formativi di tutti.
Più che di un'idea si tratta di un pregiudizio. Di assunti assolutamente indimostrati ma del tutto consonanti con il messaggio che viene quotidianamente veicolato su tutta la tematica dell'immigrazione: esiste un limite di accettazione degli immigrati e quindi sono giusti i respingimenti ed è giusto aver stabilito che esiste il reato di immigrazione clandestina e conseguentemente è utile ed è giusto limitare il numero degli alunni "stranieri" nelle nostre classi.
Che di pregiudizio si tratti ne è implicita conferma la circolare stessa, laddove, a sostegno dell'affermazione che le criticità che derivano dalla presenza degli alunni stranieri "finiscono inevitabilmente per riverberarsi sul complessivo processo di apprendimento dell'intera classe", si rimanda alle "riserve" e alle "resistenze" talora emerse da parte delle famiglie.
Si tratta di un atto probabilmente inapplicabile sia per il merito (deporteremo i bimbi dai quartieri a maggioranza migrante o importeremo i bimbi dai quartieri “autoctoni”?) sia per la forma (una circolare non è un atto appropriato in merito e la sua prescrittività è persino dubbia), ma che intanto lascia il segno. Un atto quindi inutile ma che serve a dare un segnale ancor più grave perché viene dal governo e da chi nel governo ha la responsabilità dell’educazione. E il segno è quello di una politica razzista (che non è quindi solo appannaggio della compagine leghista), è quello della blandizie verso le peggiori pulsioni xenofobe (abbiamo visto qualcosa del genere a Rosarno), è quello dell’incoraggiamento alla individuazione del capro espiatorio.
Bella educazione! Non c’è che dire!

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