Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

domenica 12 dicembre 2010

Resoconto Consiglio Comunale del 29 novembre 2010

Dopo due mesi dallo scorso consiglio comunale ci siamo ritrovati a dover affrontare un ordine del giorno di 15 punti, dove negli ultimi giorni, fino un ora prima del consiglio, abbiamo sostenuto un tour de force per le commissioni che si sono susseguite una dopo l’altra.

Al primo punto ci sono state due mozioni, simili nell’argomento, ma distanti nella richiesta, visto che si parlava della ZTL all’interno del castello di Monteriggioni dove già esisteva, ma non era più sostenibile il transito e la sosta dei privati e degli operatori commerciali e andava rivisto il regolamentato.
Ovviamente per il suddetto regolamento ha competenza la giunta ma l’indirizzi gli devono essere forniti dal consiglio, quindi sono approdate in consiglio le due mozioni, dove quella del centro sinistra prendeva quello di buono che era stato fatto finora apportando gradualmente altre regolamentazioni alla circolazione e alla sosta, nello specifico a rilasciare permessi in misura agli stalli di sosta, a rilasciare permessi ai residenti senza scadenza, a prevedere il carico e scarico merci soltanto nella mattina, ad intensificare i controlli con la polizia municipale, ecc.

Quella del Polo, riconosceva che la pratica della pedonalizzazione è necessaria nei centri di interesse storico, che ovviamente questo apporta una riqualificazione ambientale utile per il luogo stesso e per i turisti che ne usufruiscono, e che in sostanza i parcheggi all’esterno delle mura erano sufficienti per l’uso esclusivo sia dei residenti sia degli operatori commerciali, quindi le loro richieste erano di limitare la totalità del transito, con il divieto assoluto di sosta e di fermata, compreso ai portatori di handicap, cosa secondo me veramente discriminatoria e inaccettabile, per non parlare della rimozione totale della segnaletica orizzontale e verticale.

Ne è scaturita una discussione molto variegata, con spunti di riflessione, ma al momento del voto è passata la linea della maggioranza, che in questa circostanza condivido, in quanto il luogo è si di interesse storico, architettonico, turistico, ma è cosi attrattivo perché all’interno ancora vivono delle persone, molte delle quali anziane, e per le quali delle forti restrizioni alla circolazione e alla sosta possono portare a dei disagi non indifferenti, quindi il passaggio va fatto gradualmente.

La mozione successiva è stata voluta e sottoscritta da tutti i gruppi consiliari con la richiesta di moratoria sulla pena di morte, rievocando la vicenda Sakineh Mohammadi Ashtiani, che è stata condannata nel maggio 2006 per aver avuto una "relazione illecita" con due uomini ed è stata sottoposta a 99 frustate, come disposto dalla sentenza.
Successivamente è stata condannata alla lapidazione per "adulterio durante il matrimonio", accusa che lei ha negato.

Questo esempio ancora una volta mette in evidenza le condizioni in cui versano i diritti delle donne, che sono ancora una volta negati, e questo fa si che si possa perpetrare le più feroci violenze nei loro confronti.
Sullo slancio di questa vicenda, del suo caso umano, che il Comune di Monteriggioni tutto, vuole riaffermare il diritto universale alla vita chiedendo nelle sedi preposte la moratoria della pena di morte, per accelerare un processo che ha già visto dagli anni 90 oltre 50 paesi rinunciare al suo uso e il suo uso restringersi in molti paesi per un accresciuto rispetto della vita umana e per riaffermare il diritto fondamentale di ogni individuo alla vita.
Permette di fermare un sistema giudiziario che non è mai infallibile. Permette di introdurre misure alternative sempre aperte alla riabilitazione umana, capaci di risarcire la società e di scoraggiare ogni senso di vendetta.

Non si può togliere quello che non si può restituire.
Non si può aggiungere una morte alla morte già avvenuta.
Non si può legittimare, da parte dello stato, il diritto a infliggere la morte mentre si vorrebbe sostenere il diritto alla sicurezza della vita.

Lo stato e la società civile non può mai scendere al livello di chi uccide. Una giustizia capace di essere sempre dalla parte della vita è la via per riconciliare interi paesi e popoli dopo sanguinose guerre e atroci sofferenze, come mostra la scelta coraggiosa contro la pena capitale di paesi come Ruanda, Burundi, Cambogia, che hanno vissuto un terribile genocidio, come indica il Sudafrica che è uscito dall’apartheid senza pena di morte e indicando la strada di una giustizia senza vendetta.
E’ passata all’unanimità.


Al punto successivo dopo l’approvazione dei verbali della seduta del 29 di settembre c’era il riordino degli uffici e dei servizi, adeguamento alla normativa che fa riferimento alla famosa legge Brunetta, che è stato rimandato alla seduta successiva per aggiungere un comma, voluto dal PdL.
Su questo punto all’ordine del giorno farò al momento opportuno due considerazioni distinte, una tecnica perché come ci ha illustrato il segretario in commissione, è stato fatto un lavoro di riordino di tutti gli allegati e integrazioni che facevano parte del vecchio regolamento ma erano state approvate in tempi diversi e portate dentro allo stesso, che la disciplina in materia di riordino degli uffici va contestualizzata sulla dimensione del nostro comune e sulle esigenze degli uffici perché il tutto sia più armonioso possibile, ma del resto esisteva già qualcosa con il dlgs del 2000, dove già si parlava di valutazioni e il riferimento era il “peg”.
L’altra considerazione è più politica in quanto il dlgs del 2009 non è altro che il recepimento della legge Brunetta in materia di riordino degli enti locali e quindi non posso che fare una critica nella sua impostazione di massima dove nelle parole “merito, performance, trasparenza, si nasconde un solo risultato, ed è specificato nella norma stessa come indicatore primario, cioè “collegamento tra obbiettivi ed allocazione delle risorse” cioè ancora una volta una norma circolare dove l’una è complementare al’altra, di conseguenza il badget diventa un pilastro portante della norma, dove nel riordino si nasconde una sempre più costante riduzione dei costi, limitazione e controllo della spesa degli uffici, e quindi di conseguenza una limitazione all’autonomia dell’ente, perché abbiamo già visto con il patto di stabilità quante restrizioni alla spesa e quindi all’autonomia, delle scelte degli enti locali, alla faccia del federalismo, questo riordino non è altro che la continuazione di questa politica di tagli e controllo della spesa, che portano in primo luogo alla limitazione di autonomia dell’ente da parte del governo centrale con delle leggi ad ok.
Al punto7 c’è stata la modifica del regolamento di contabilità sulla disciplina alla prestazioni di fideiussioni, accollo, subentro, e di altro genere da parte del Comune, per operazioni di indebitamento destinate ad investimenti di interesse pubblico da parte di aziende speciali, consorzi di cui fa parte, società di capitali di cui è socio e da altri enti da esso dipendenti diversi dalle società di capitali.

Al punto 9 c’è stato il piano delle opere pubbliche in quanto è strettamente legato al bilancio, per cui erano state fatte delle variazioni di spesa e sulle stesse dovevano essere portate in consiglio per la votazione.
L’unica nota stonata, è stata la convocazione della commissione un ora prima della seduta consiliare, senza nemmeno l’invio della documentazione ai commissari delle voci per cui facevamo la variazione di importo, che denota una scarsa organizzazione e una scarsa considerazione dei commissari dei gruppi di minoranza che ne fanno parte.
Le variazioni apportate, anche se di lieve entità e magari opportune, non hanno permesso nient’altro che la mera presa d’atto di quello che ci illustrava l’assessore, quindi anche per questo il mio voto è stato negativo.
Le variazioni erano sulla rifiuterai del pian del Casone, un piccolo aumento di spesa, sul museo della Francigena dove veniva tolto l’intero importo di 400mila euro, sul progetto a Badesse di “cose comuni”, che anche questo progetto veniva azzerato, le recinzioni dei campi sportivi che venivano aumentato il capitolo di 20 mila euro, il rifacimento delle strade asfaltate che passava da 100mila a 138 mila euro, il completamento delle opere di urbanizzazione del Rugio, avendo escusso la fideiussione a suo tempo stipulata con l’impresa costruttrice, e il capitolo della protezione civile al quale veniva tolto 10mila euro in quanto nel mese di dicembre non era previsto nessun intervento.

Al punto 10 c’era il bilancio di previsione 2010 e piano esecutivo di gestione ratifica delibera di giunta n° 190 del 04 novembre 2010
Al punto 11 l’estinzione del mutuo di 1milione e 200mila euro contratto con la banca MPS, utilizzo avanzo di amministrazione 2009
Al punto 12 bilancio di previsione 2010 assestamento generale – variazioni - approvazione
Su questi punti trattandosi di bilancio, per coerenza, visto che avevo votato contro al bilancio di previsione scorso, ho ridato il mio voto contrario sul punto 10 e sul punto 12, dove comunque farò una riflessione sul consuntivo del 2010, dove non ci saranno previsioni ma sarà il risultato amministrativo di quest’anno, e come ho ripetuto, il mio voto sarà sull’insieme delle voci che formano il bilancio e non sulle singole variazioni che possono essere forvianti e improcrastinabili sul momento.
Sul punto 11 mi sono astenuto visto che con il patto di stabilità l’avanzo d’amministrazione non può essere usato se non per estinguere i mutui ho trovato legittimo che venisse fatto quest’operazione in quanto era l’unico mutuo che gravava sulle casse del comune, nonostante l’accordo della fondazione MPS, che garantiva il pagamento delle rate.
Quindi con l’estinzione

Ai punti 13, 14, e 15 ci sono state due convenzioni urbanistiche e una variante puntuale sul comparto TU 26, dove viste le caratteristiche delle delibere il mio voto è stato di astensione, in quanto sul punto 13 la modifica sostanziale era nell’accordo tra il costruttore a cedere un appartamento al comune in cambio della variazione di destinazione di parte del fabbricato, il punto 14 si riferiva al termine dei lavori per un sovrappasso pedonale e la stipula della fideiussione congrua con l’opera da realizzare.
L’ultimo punto è una variante puntuale in quanto si ridefinisce le opere che sono a carico del lottizzante, in questo caso l’accesso al lotto con la corsia di accelerazione interna al comparto per garantire la sicurezza dell’ingresso e uscita delle autovetture della stessa.

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